Leopolda

Il futuro è solo l'inizio

Immaginate di essere travolti da un turbinio di idee, di passione, di gente. E tutto questo in pochi minuti. Mettendo solo un piede dentro questo grande evento che è la Leopolda. La Leopolda è una manifestazione politica e anche un momento di incontro, di formazione, per parlare sì di politica ma soprattutto di futuro.

Durante “Viva l’Italia viva”, “Diamo un nome al futuro”, “Il futuro è solo l’inizio”, abbiamo realizzato la creatività declinandola dall’allestimento al merchandising. E non solo. In linea con lo spirito della Leopolda, abbiamo valorizzato l’interazione on line attraverso il racconto della manifestazione, in diretta sui canali social ufficiali e sul sito web, e con una pagina in cui si poteva inviare il proprio contributo; e per chi non poteva partecipare con lo streaming di tutto l’evento!

DIAMO UN NOME AL FUTURO

Con “Diamo un nome al futuro” l’obiettivo era chiaro: tutti sono partecipi di un futuro condiviso e tutti possono proporre idee, senza però che venga meno quel legame con il passato. Perché i simboli di ieri sono le radici di quel domani: ecco quindi la Cinquecento parcheggiata fuori dalla Stazione Leopolda, la Vespa che fa capolino dal palco, i microfoni anni Sessanta.

tazza

Il 2013, quarta edizione, è stata definita la più social rispetto agli anni precedenti, con un picco massimo di 12.800 tweet (durante il discorso finale di Matteo Renzi), 17mila contatti in streaming, una novità per una manifestazione politica. Ma è stato anche l’anno dei 100 tavoli di discussione con 100 temi: dalle smart city, ai temi della scuola, della sanità, del lavoro, mobilità e riforme istituzionali, e delle citazione di autori famosi che coloravano le parete e oscillavano dall’alto. Spunti anche questi da ritwittare sui social, da Pennac, ” Se volete davvero sognare, svegliatevi” a Gandhi, Allende, Roosevelt…
Leopolda

IL FUTURO È SOLO L’INIZIO

“Il futuro è solo l’inizio”. E il futuro, in senso di rivoluzione o di scoperta geniale, spesso si realizza in un piccolo garage, come quello famoso di Steve Jobs, o in quelli di tanti altri che hanno visto proprio lì la nascita delle loro start up. Il palco, quindi, si trasforma in un garage da cui bisogna ripartire. E se questo è l’incipit, la nostra creatività fa un passo ulteriore concentrandosi su chi non è stato in grado di comprendere quelle invenzioni geniali nel momento in cui si sono verificate, ma in generale chi non è stato in grado di cogliere il cambiamento, come il direttore del giornale di Walt Disney che lo accusò di non avere immaginazione e idee originali.

Ma la storia è piena di questi “errori di valutazione”: “la macchina è solo una moda passeggera”, “il Rock and Roll ha vita breve”, o ancora “non c’è alcun motivo per cui una persona dovrebbe avere un computer a casa”. Ma nella nostra creatività non sono mancate le maglie con i famosi “Gufi”, in fin dei conti potevano non ironizzarci su?